giovedì 5 gennaio 2012

Il Baji

Baji Quan 八极拳 (Parte 1)

Il Baji nasce nello Shandong nella contea di Qinyun per poi diffondersi a Cangzhou e nei paesi limitrofi. Le origini restano oggetto di un acceso dibattito che ha portato attualmente ad una notevole diatriba, c’è chi lo ritiene uno stile prettamente buddhista e piuttosto recente proveniente dal monastero del Monte Heng nello Hunan, mentre altri lo fanno risalire all’antichità della Dinastia Ming (1368-1644) ed alla figura del generale Qi Jiguang (1528-1588) che lo definisce come “stile dell’aratro” o Bazi Quan a causa della caratterista forma della mano. Solo di recente, agli inizi dell’800, lo stile ha assunto il nome ora utilizzato di Ba Ji Quan o Boxe degli Otto Estremi.

Caratteristiche Generali 八极特色
Il termine Baji sta ad indicare l’emissione di forza verso i quattro punti cardinali e loro punti intermedi (otto direzioni totali), il centro irradia da se stesso in ogni direzione dello spazio senza interruzioni e per questa ragione i movimenti del baji appaiono brevi ma mai limitati, precisi eppure feroci. All’interno della selva delle arti marziali cinesi, il baji si è da sempre stagliato come uno stile unico per caratteristiche rispetto agli stili di maggiore diffusione. Più di ogni altro stile della Cina del Nord rende visibile la sua predisposizione al combattimento sulla cortissima distanza con emissioni di forza estremamente ridotte nello spazio ma altamente distruttive e con le vibrazioni date dall’impattare del piede sul terreno per aumentare la forza dell’attacco. Il baji è uno stile vigoroso ma conciso, violento ma fluido, è un attività fisica profondamente attivante per il praticante, un sistema marziale nella pedissequa ricerca della trasmissione ottimale della forza allo scopo di costruire il Gong fu (abilità).
Il baji condivide come ogni altro stile un grande sostrato di movimenti e posizioni delle mani e del corpo in generale che fanno parte delle arti marziali tradizionali cinesi.
Le forme più basilari per la mani nude sono il pugno (quan), il palmo(zhang), e l’uncino o gancio (gou). Tradizionalmente alcuni esercizi venivano effettuati tramite l’uso di attrezzi da lavoro con lo scopo di educare l’allievo all’utilizzo dei diversi usi marziali delle mani. Distinguiamo otto strumenti che nonostante la loro semplicità permetto al praticante di sviluppare un intenzione e perciò una forma chiara durante l’esercizio , e sono: il martello, l’accetta, il bastone, il forcone, la picca, la falce, la pala e la lancia semplice. L’utilizzo che di questi arnesi di chiare origini contadine, consente al corpo di educarsi naturalmente ad un movimento che poi viene riportato ad una pratica marziale.
Il baji presta inoltre particolare attenzione all’utilizzo marziale di varie parti del corpo, come le ginocchia, le spalle, la testa, la schiena, le anche ed in particolar modo i gomiti.
Si possono così riassumere le caratteristiche base che concorrono a comporre la parte esterna dello stile e che sono espressione di un profondo lavoro interno (che verrà qui trattato di volta in volta nei limiti della mia conoscenza) :

Movimenti diretti, emissione di forza esplosiva

Studio rigoroso della struttura, mente onesta (rispetto alla propria pratica)

Studio del centro di gravità del corpo o Zhong Ding e della calma del cuore,

equilibrio, affondamento del Qi (energia o Pneuma) nel dan tian (centro di gravità dell’individuo e fonte della forza)

Movimenti agili e senza interruzioni

Rafforzamento del corpo, ferocia nell’esecuzione della tecnica

A breve seguiranno molti altri articoli sullo stile, le sue origini e le sue caratteristiche interne, non esitate a contattarmi per ulteriori domande o commenti, nella pratica non ci sono misteri ed ogni cosa è degna di argomentazione e discerminento.

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